Per un malato di Parkinson deglutire bene e mangiare con gusto è spesso un’impresa ardua, se non impossibile. Ma, fortunatamente, ci sono dei metodi da mettere in pratica per favorire al malato la deglutizione.
Ma quali sono i consigli per deglutire bene e mangiare con gusto? Oggi ci occuperemo proprio di questo, dando una risposta concreta a questa domanda che affligge molti malati di Parkinson e le persone che sono al suo fianco.
Perché con il Parkinson non si riesce più a deglutire?
Come molti di voi già sapranno, il Parkinson è una patologia neurodegenerativa, cioè è una malattia dal decorso lento e dal peggioramento progressivo che colpisce il nostro sistema nervoso.
I vari tipi di parkinsonismo colpiscono direttamente la capacità dell’individuo di gestire i suoi movimenti e quindi anche l’equilibrio e, oltre a questo, con il tempo si presenteranno altre difficoltà, tra cui anche l’incapacità di deglutire e gustarsi il cibo.
Questa problematica, in ambito clinico, viene chiamata disfagia ed è un problema che deriva dalla rigidità muscolare tipica della malattia e, di conseguenza, si verifica anche una mancanza di coordinazione dei muscoli coinvolti nella deglutizione, tra questi muscoli ricordiamo i seguenti:
- I muscoli mandibolari;
- I muscoli dell’esofago;
- I muscoli della lingua;
- I muscoli della laringe.
La conseguenza più grave di questo problema riguarda la probabilità che il cibo vada a finire nelle vie respiratorie del paziente, provocando una brutta infezione respiratoria o, addirittura, dei problemi di malnutrizione. Ma come facciamo a capire che siamo già al punto della disfagia? Vediamolo in seguito.
Come facciamo a riconoscere la disfagia?
La disfagia tipica del Parkinson può essere riconosciuta attraverso dei segni ben precisi:
- Difficoltà nella respirazione a causa del fatto che il cibo rimane bloccato nella gola;
- Aumento della salivazione e del muco, sia durante i pasti sia dopo i pasti;
- Disidratazione e perdita di peso a causa dell’impossibilità di assimilare le sostanze con l’alimentazione;
- Raucedine dopo i pasti;
- Aumento della temperatura nel pomeriggio;
- Il fatto di dover fare diversi tentativi per deglutire anche un solo boccone;
- Presenza della tosse durante il passaggio del cibo o subito dopo.
Come possiamo gestire questo problema?
Gestire questa situazione non è affatto facile. Sarebbe opportuno accanirsi sull’alimentazione quando il trattamento farmacologico è al massimo della sua efficacia, quando si è riposati e il paziente è in grado di riferire eventuali difficoltà nella deglutizione.
Prima dei pasti potrebbe essere utile ingerire degli alimenti freddi, ad esempio una bevanda ghiacciata o un ghiacciolo, così da stimolare la muscolatura di cui abbiamo parlato all’inizio dell’articolo.
Se per il malato è impossibile mangiare e deglutire con calma, sarebbe opportuno chiedere un consiglio ad un nutrizionista che, nei casi più gravi, consiglierà il posizionamento di una PEG.