Noi italiani dovremmo saperlo bene. Ci sono grassi e grassi, e non sempre quello che leggiamo di sfuggita sulle etichette racconta la storia giusta. Non tutte le proteine sono uguali, non tutti i carboidrati sono uguali, e neanche tutti i grassi sono uguali.
Ce ne sono di benefici, come quelli contenuti nell’olio d’oliva, e ci sono quelli invece che dovremmo tenere lontani dalle nostre dispense e dalle nostre tavole.
Ma cosa sono i grassi saturi? E perché devono essere evitati per quanto possibile?
Dove sono?
I grassi saturi sono in genere contenuti nei prodotti di derivazione animale. Carne, burro, latte, insaccati, salsicce e preparati industriali a base di carne.
Sono praticamente ovunque, e sebbene numericamente non facciano spavento (difficilmente le etichette li separano in modo chiaro e attendibile) dovremmo preoccuparci molto della loro onnipresenza.
Perché fanno male?
I sospetti sulla insalubrità dei grassi circolano ormai da più di 60 anni. Negli ultimi anni però c’è la prova scientifica, o meglio, statistica, che chi consuma grassi saturi è più a rischio per tutta una serie di patologie cardiovascolari.
Tra il 2010 e oggi si sono susseguiti studi che, sebbene non siano in grado di stabilire scientificamente come i grassi saturi danneggino il corpo, mostrano correlazioni certe e difficili da ignorare.
I soggetti (e più in generale le popolazioni che hanno diete ricche di grassi animali) hanno incidenza più alta di infarto, ictus, problemi cardiaci e ischemie.